Disturbo Post Traumatico da Stress

Situazioni o eventi estremi che l’individuo percepisce come una minaccia alla sua vita possono causare un fortissimo trauma. Sequestri di persona, guerre, attacchi terroristici, incidenti aerei, ferroviari o stradali, violenze sessuali, crimini, terremoti, inondazioni sono esempi di eventi che mettono a dura prova il sistema di difesa mentale della persona. Il DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS è stato definito e studiato per la prima volta negli Stati Uniti durante la guerra del Vietnam e dai suoi effetti sui veterani. Questo disturbo può essere riscontrato nei bambini, negli adolescenti e nelle persone adulte, ma può esserlo anche nei familiari, nei testimoni o nei soccorritori esposti ad un evento traumatico. Esso può essere anche riscontrato in persone che abbiano vissuto esposizione ripetuta a violenza e degrado.

Durante e dopo l’esposizione a eventi traumatici possono verificarsi dei sintomi dissociativi come la depersonalizzazione e la derealizzazione, distacco e assenza di emozioni, stordimento e perdita di memoria. Un sintomo frequente del disturbo post traumatico da stress è la tendenza a ricordare ripetutamente l’evento traumatico: affiorano ricordi spiacevoli, ricorrenti ed intrusivi, dati da immagini, pensieri o sogni nei quali viene rivissuto l’evento. Possono verificarsi anche degli stati dissociativi che vanno da pochi secondi a delle ore nei quali la persona sente e agisce come se l’evento traumatico stesse riverificandosi in quel momento. Spesso il disagio sia fisico sia psichico di queste persone aumenta quando vengono a contatto con eventi simili o stimoli che possono in qualche modo rievocare l’evento. E’ possibile che si verifichi anche una riduzione di interesse verso il mondo esterno, come se ci si sentisse anestetizzati emozionalmente. Contemporaneamente si può sperimentare un senso di indifferenza nei confronti del futuro. Spesso la sintomatologia può interferire con la capacità dell’individuo di fronteggiare la situazione, di chiedere aiuto e addirittura con la capacità di vivere normalmente.  In questi casi possiamo parlare di DISTURBO ACUTO DA STRESS nelle quattro settimane successive al trauma e qualora il disturbo persista per oltre un mese, di DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS (PTSD, Post Traumatic Stress Disorder).

In una ricerca di Breslau et al. (1991) i possibili fattori predittivi del PTSD sono il genere femminile, la separazione dei genitori durante l’infanzia, la familiarità di altri disturbi psicologici e la persistenza di altri disturbi in corso come ad esempio il disturbo di panico, il disturbo ossessivo-compulsivo e la depressione.

Il TRATTAMENTO del PTSD può essere sia farmacologico sia psicoterapico. Il metodo cognitivo comportamentale è utile nell’insegnamento dei metodi di gestione dell’ansia e della depressione e nella modifica di comportamenti pericolosi come in questo caso la negazione e la mancata elaborazione delle proprie emozioni. E’ importante effettuare una valutazione dettagliata di ogni caso per la predisposizione di un piano terapeutico che soddisfi le esigenze della persona. Si è visto che il coinvolgimento dei familiari e della comunità laddove necessario sia un fattore che facilita il processo di guarigione. Un altro fattore protettivo importante è quello della prevenzione primaria, in cui ci dovrebbe essere una fase di preparazione e di informazione ai superstiti e alle loro famiglie sulla modalità e possibilità di sviluppo del PTSD in seguito all’evento traumatico in modo da poter riconoscere ed intervenire tempestivamente sui sintomi qualora si verifichino.

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