Psicologia Perinatale

“Ci sono due cose durature che possiamo lasciare ai nostri figli: le radici e le ali” (W.Hodding Carter II)

Le radici della psicologia perinatale risalgono agli studi di Bowlby sull’attaccamento, ma è solo di recente che è stata individuata come settore di applicazione a sé. Oltre alla formazione tradizionale lo psicologo perinatale ha una formazione anche sulle basi fisiologiche e neuropsicologiche di madre e bambino del periodo perinatale, perché senza di esse non si può fare una diagnosi su eventuali problematicità.

La psicologia perinatale si occupa di tutto ciò che avviene nella madre, nel padre e nel bambino nel periodo che va dal preconcepimento ai quattro anni del bambino. Essendo un ambito ancora poco istituzionalizzato non c’è una definizione univoca di riferimento, possiamo però sostenere che in questo periodo lo psicologo si occupa di tutti gli avvenimenti e dei fenomeni psichici del neonato e di chi vi ruota intorno in un continuum che va dalla normalità alla patologia. Essendo la nascita un evento sia fisico sia psichico, nell’ambito della psicologia perinatale lo psicologo lavora insieme ad altre figure che si prendono cura della madre e del bambino: ginecologi, pediatri, ostetriche, infermieri, educatori, assistenti sociali e counselor che si occupano di genitorialità.

Ogni essere umano affronta il momento di diventare madre o padre in maniera del tutto soggettiva vivendo la genitorialità attraverso desideri, attese, idealizzazioni che a volte, oltre all’immensa gioia della nascita, incontrano anche sofferenza e paura. Ciò fa si che l’esperienza di diventare genitori possa attivare una serie di riflessioni o sensazioni del tutto sconosciute e difficili da gestire. Per questo è molto importante un lavoro di sensibilizzazione sulla comunità portando alla luce zone d’ombra e di sofferenza che potrebbero accompagnare questo periodo.

Da un recente rapporto del Sistema di Sorveglianza Ostetrica dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) si rileva che in Italia la mortalità materna sia un evento raro (9 morti ogni 100 mila nascite), ma che tra le morti materne registrate nel lasso di tempo dai 43 giorni e un anno dal parto, un quarto di esse sia dovuto a suicidi. Questo dato sta ad indicare l’incidenza dei disagi psicologici che possono verificarsi nel periodo precedente e successivo alla nascita. A questo dato deve però essere affiancato quello delle moltissime donne che vivono una gravidanza serena sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista psicologico. Per queste ultime la psicologia perinatale può orientarsi su una focalizzazione al benessere psichico, come importante fattore predittivo del benessere del bambino. La psicologia perinatale si occupa anche della formazione e del sostegno agli operatori che lavorano in questo ambito.

Uno studio del 2015 di O’Mahen e Rooney mette in luce la preferenza di trattamenti psicologici rispetto ai trattamenti farmacologici nelle donne che soffrono di disagi nel periodo post parto. Questo dato evidenzia ancora di più il compito della psicologia perinatale nella strutturazione di interventi di prevenzione primaria e di contenimento del disagio. E’ proprio per questo motivo che lo psicologo perinatale non si occupa esclusivamente di psicopatologia, ma anche della prevenzione di tutti quegli eventi e situazioni che possono creare difficoltà emotive sia prima sia dopo la nascita.

A CHI E’ RIVOLTA

L’aumentata età materna al concepimento, la sofisticata diagnosi prenatale, l’eterogeneità dei contesti familiari, le richieste sociali e la crescente sensibilizzazione delle persone rispetto a queste tematiche fanno si che gli ambiti applicativi e di intervento della psicologia perinatale siano molteplici:

  • Situazioni passate irrisolte che riattivano dei vissuti sopiti fino al momento del concepimento o della nascita e la conseguente necessità di doverli elaborare in terapia
  • Corsi pre-parto
  • Infertilità e procreazione assistita
  • Diagnosi prenatale di anomalie fetali
  • Aborto spontaneo e perdita perinatale
  • Parto traumatico
  • Ricovero in terapia intensiva neonatale
  • Depressione post partum e ansia
  • Alimentazione e allattamento
  • Inserimento al nido e ripresa lavorativa dei genitori

La psicologia clinica perinatale lavora sia in ambito preventivo sia nella gestione di eventi traumatici, per evitare ricadute sulla salute della madre, della coppia e del bambino. Il lavoro psicologico viene effettuato sulla mente della madre e della coppia genitoriale, quando ancora il bambino pensa attraverso gli adulti. Proprio in questa prospettiva di intervento possono ristabilirsi le condizioni di equilibrio genitoriale che andranno a bloccare la trasmissione transgenerazionale di ansie, paure, pensieri disfunzionali al bambino, riducendo il rischio di psicopatologia in un’ottica di promozione della salute.

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