Terapia Cognitivo Comportamentale

Un fallimento non è sempre uno sbaglio. Potrebbe semplicemente essere il meglio che uno possa fare in certe circostanze. Il vero sbaglio è smettere di provare. (B. Skinner)

Fin dalla sua nascita la psicologia comportamentista ha avuto l’obiettivo di determinare tecniche per la trasformazione del comportamento ed il trattamento dei disturbi psicologici. Questo nuovo approccio ha operato una rivoluzione copernicana nella storia della psicologia, non soltanto dal punto di vista epistemologico, ma anche dal punto di vista pratico-applicativo. La terapia del comportamento ha aperto la strada ad un approccio per cui l’efficacia e la valutazione del trattamento sono i temi principali, introducendo il concetto del rigore scientifico poco utilizzato precedentemente rispetto alla materia psicologica. Negli anni Sessanta in Inghilterra si iniziarono ad introdurre nella ricerca sperimentale psicologica costrutti cognitivi che si pensava fossero alla base del comportamento. Fu così che la terapia del comportamento si trasformò in quella che oggi chiamiamo terapia cognitivo-comportamentale (TCC). Questo nuovo approccio ha visto l’integrazione delle tecniche proprie della terapia comportamentale con interventi terapeutici sui convincimenti, sugli atteggiamenti, sugli stili cognitivi, sulle aspettative e sulle emozioni della persona.

Attualmente nel panorama mondiale abbiamo un grande numero di tecniche cognitivo-comportamentali, anche molto differenti fra loro, con l’obiettivo comune di produrre un cambiamento positivo nella persona. All’assunto fondamentale secondo cui la persona costruisce il proprio Sé attraverso la continua interazione con l’ambiente, viene aggiunta l’attenzione alle risorse interne della persona, non perdendo mai di vista l’attenzione alla metodologia, al qui ed ora e agli aspetti pragmatici.

Ogni metodologia utilizzata dagli psicologi cognitivo-comportamentali deriva sempre da modelli teorici molto precisi la cui efficacia è data dal fatto che ogni applicazione risponde ai principi esposti nel modello stesso. Potremmo parlare di varie metodologie che lo psicologo e lo psicoterapeuta scelgono a seconda della loro propensione personale e del bisogno psicologico del paziente.

METODOLOGIE BASATE SUL CONDIZIONAMENTO CLASSICO

Una delle radici della TCC è la teoria dell’apprendimento.  Le tecniche basate sul condizionamento classico si fondano sulla teoria secondo la quale l’esposizione della persona ad una determinata situazione stimolo neutra può essere associata ad una situazione stimolo in grado di produrre una risposta gradevole o sgradevole, in modo da generare un legame tra le due situazioni che può diventare un apprendimento generalizzato. Lo scopo del trattamento con il condizionamento classico è quello di sradicare questa associazione di pensiero se diventa dannosa per l’individuo. Un esempio di questo modello di trattamento potrebbe essere l’introduzione di una tecnica di rilassamento nella routine dell’individuo, che una volta appresa potrà essere utilizzata di fronte a stimoli che sono per lui stressanti o spiacevoli, attraverso un’esposizione ad essi completa o graduale, reale o pensata.

METODOLOGIE BASATE SUL CONDIZIONAMENTO OPERANTE

Nel 1935 Skinner teorizzò un tipo di condizionamento stimolo-risposta basato sulla ricompensa che è alla base dei nostri comportamenti sociali. Le tecniche basate sul condizionamento operante sono distinte in tre categorie: 1) tendono ad aumentare la probabilità di emissione di un comportamento; 2) tendono a diminuire la probabilità di emissione di un comportamento; 3) tendono all’aumento di alcuni comportamenti e alla riduzione di altri.

Ad oggi si tende a non ridurre l’intervento psicologico alla semplice applicazione di tecniche che possano aumentare o diminuire un comportamento, ma ad utilizzarle in una più ampia strategia nella quale la persona possa vivere eventi in maniera più gratificante, acquisire abilità ed aumentare il suo senso di autoefficacia. Ogni intervento che si basa su tecniche di rinforzo ha l’obiettivo non solo di ridurre o aumentare un comportamento ma soprattutto di migliorare la capacità di adattamento dell’individuo. Queste tecniche sono molto utili all’interno del percorso terapeutico ma vanno integrate con un più ampio progetto di trattamento costruito su misura per ogni persona.

METODOLOGIE COGNITIVE BASATE SULL’AUTOCONTROLLO

Le tecniche cognitive non rappresentano strumenti a sé stanti ma vanno inseriti all’interno di trattamenti completi e strutturati. Molti modelli cognitivi sono inseriti infatti all’interno di terapie che agiscono su moliti fronti, non solo cognitivo, ma anche emotivo, comportamentale e fisiologico. Un esempio di questo è la Terapia Comportamentale Razionale Emotiva (REBT), secondo la quale cognizioni, emozioni, pensieri, sentimenti, desideri sono fortemente interconnessi fra loro ed è per questo motivo che il trattamento dell’individuo consiste nel portarlo ad agire e pensare in modo diverso, così potrà finalmente avere esperienze emotive differenti. Dal punto di vista cognitivo la REBT cerca di spiegare che la rinuncia al perfezionismo può aiutare nella riduzione dei pensieri ansiosi, aiutando l’individuo ad elaborare modelli di pensiero più efficaci. Dal punto di vista emotivo si aiutano le persone a distinguere tra desideri e doveri e dal punto di vista comportamentale vengono inviate le persone a sperimentare nuovi modi di agire per dimostrare l’inconsistenza di alcune convinzioni. Ci sono moltissimi modelli cognitivi, solo per citarne alcuni: la terapia cognitiva di Beck, lo Stress Inoculation Training, i metodi di autocontrollo e le tecniche di problem solving.

METODOLOGIE COGNITIVO-COMPORTAMENTALI DI TERZA GENERAZIONE

Negli ultimi anni l’inserimento di antiche tecniche buddiste all’interno della terapia cognitivo comportamentale (Mindfulness) e la creazione di protocolli ad hoc per l’intervento psicoterapeutico, hanno modificato profondamente l’approccio della psicologia alla persona. Il punto centrale di queste terapie non è tanto la riduzione dei sintomi ma il raggiungimento dello stato di benessere attraverso l’accettazione, l’apertura all’esperienza, e la consapevolezza, conservando comunque l’attenzione alla verifica sperimentale. Negli approcci di terza generazione il cambiamento dell’individuo è raggiunto attraverso il lavoro su basi situazionali ed esperienziali. L’individuo attraverso l’accettazione della sua vita e la scoperta dei suoi valori personali si impegna a raggiungere i suoi obiettivi: questo processo riduce lo stress ed aumenta la consapevolezza di sé e il senso di autoefficacia.

Tra i vari interventi focalizzati sulla mindfulness possiamo citare: la Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR), la Mindfulness Based Cognitive Therapy (MBCT), l’Acceptance and Commitment Therapy, la Functional Analytic Psycotherapy (FAP) e la Compassion Focus Therapy (TFC).

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